E' il primo post di una serie che riportano cosa c'è nel bosco vicino a casa.
Il bosco, che oggi si estende su di una superficie maggiore rispetto al passato, ha ancora i segni degli interventi dell'uomo. I sentieri sono la testimonianza maggiore: oggi serveno principalmente ai gitanti della domenica per passare qualche ora lontano dallac città, mentre nel passato erano le arterie della vita contadina. La collina è stata trasformata con terrazzamenti per la vigna, sono stati costruiti molti rifugi per l'uomo che con il tempo poi sono stati abbandonati e ora sono ruderi di un passato contadino.
Un blog per poter condividere le piccole scelte di una famigliola giovane, che non vuole dipendere totalmente dalla grande distribuzione e che non crede nella globalizzazione. Azioni di decrescita, di vita sostenibile, e tempo libero :-) :-)
sabato 21 gennaio 2012
piccola pianta di peperoncino
Il primo scatto che immortala la nascita di una pianta di peperoncino.
Ieri sera mentre bagnavamo le piante che svernano in casa abbiamo notato che timidamente un seme di peperoncino si era trasformato in pianta e che stava sbucando.
Ieri sera mentre bagnavamo le piante che svernano in casa abbiamo notato che timidamente un seme di peperoncino si era trasformato in pianta e che stava sbucando.
E' passato un giorno da quando è stata scattata la prima foto, e la piccola piantina continua a crescere ...
martedì 17 gennaio 2012
neve chimica
Arriva la neve «chimica». La colpa è dello smog
Fiocchi in Val Padana, combinazione tra forte inquinamento e vento dalla Russia. Il Cnr: fenomeno raro
Scienza e Tecnologie
Arriva la neve «chimica». La colpa è dello smog
Fiocchi in Val Padana, combinazione tra forte inquinamento e vento dalla Russia. Il Cnr: fenomeno raro
MILANO - I venti gelidi scesi dalla Russia non si sono limitati ad abbassare la temperatura in modo improvviso e a livelli inusitati. Purtroppo, incontrando il ricco inquinamento dell'aria nella Val Padana, si sono combinati con un effetto vistoso generando una «neve chimica». Gli strani fiocchi sono caduti lungo un arco geografico che ha abbracciato l'area milanese, la zona bresciana e pure gli orizzonti del Veronese. «Il fenomeno è abbastanza raro ma, come si vede, possibile - spiega Vincenzo Levizzani dell'Isaac, l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr -. A provocarlo sono delle sostanze prodotte dall'inquinamento industriale come il solfuro di rame, l'ossido di rame, gli ioduri di mercurio, di piombo o di cadmio e i silicati. Queste particelle hanno una struttura simile a quella dei cristalli di ghiaccio esagonali e quindi funzionano bene da inneschi dei fiocchi di neve».
Bassa temperatura e abbondante umidità sono i requisiti di base perché ciò accada. Tutto inizia ad un'altezza di circa un chilometro dove la temperatura è intorno ai 15 gradi sotto zero. Essendo poi bassa anche al suolo, i cristalli si mantengono integri. Se invece fosse sopra lo zero si scioglierebbero.
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