Alcuni giorni sono passati da quando abbiamo messo la piantina di ibiscus in un vasetto pià grande.
La piantina ci era stata regalata in un rotolo di carta igienica. Quasi tutti i giorni l'abbiamo bagnata e tenuta sul terrazzo in un punto dove il sole non batte direttamente, ed ecco come si presenta ora:
Un blog per poter condividere le piccole scelte di una famigliola giovane, che non vuole dipendere totalmente dalla grande distribuzione e che non crede nella globalizzazione. Azioni di decrescita, di vita sostenibile, e tempo libero :-) :-)
sabato 28 luglio 2012
venerdì 27 luglio 2012
giovedì 26 luglio 2012
mercatino del baratto
Questo sabato c'è l'ultimo appuntamento del mercatino del baratto prima delle ferie di agosto, mi raccomando non mancate!!
mercoledì 25 luglio 2012
raccolta delle more
In una via a fondo chiuso e semi abbandonata abbiamo preso di mira un roveto di more grandissimo.
Ieri sera con un lavoretto di meno di mezz'ora siamo riusciti a raccogliere un po' di more, che presto saranno raggiunte da altre amichette conl'obiettivo di ottenere il peso giusto per una buona marmellata...
Ieri sera con un lavoretto di meno di mezz'ora siamo riusciti a raccogliere un po' di more, che presto saranno raggiunte da altre amichette conl'obiettivo di ottenere il peso giusto per una buona marmellata...
noi amiamo la bicicletta: città e piste ciclabili
Riportiamo un interessante articolo pubblicato sul sito di Repubblica che riguarda le città con più piste ciclabili. Purtroppo abitando in un paesino di provincia bisogna dire che di vere e proprie piste ciclabili ce ne sono pochine, inoltre quelle poche non sempre sono funzionali e sono molto corte. A parte questa piccola considerazione va anche detto che essendo il nostro un paese piccolo e fuori dalle direttrici del grande traffico forse non sono così essenziali come nelle grandi città, e a dire il vero tra centro storico e piccola periferia paesana ci si muove abbastanza bene in biciletta.
Italia, guida alle piste ciclabili
di MANUEL MASSIMO
Quanto sono ciclabili le città italiane? Dove ci si può muovere meglio con la bici? Come si può migliorare la ciclabilità dei centri urbani? Le risposte a queste domande sono contenute nell’ultimo dossier Ecosistema Urbano realizzato da Legambiente e Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) per fotografare la realtà italiana considerando diversi indicatori per monitorare gli spostamenti urbani facendo emergere le città più “pedalabili”. Con una sorpresa: l’estensione chilometrica delle piste ciclabili, di per sé, non rappresenta un parametro indicativo e può essere addirittura fuorviante. Parlare solo di lunghezza senza prendere in considerazione altre variabili, in molti casi, è riduttivo.
Strade sicure o recinti? Il dibattito intorno alle piste ciclabili è sempre all’ordine del giorno: c’è chi le considera infrastrutture importanti e sicure (perché separano le bici dal traffico pesante) e chi, invece, le considera recinti dove vengono relegati i ciclisti urbani penalizzando i loro spostamenti all’interno del tessuto cittadino. In molti casi, infatti, le piste, oltre a soffrire di scarsa manutenzione, non sono esclusivamente ciclabili ma “promiscue” (aperte, cioè, anche ai pedoni) e dunque poco adatte a garantire lunghe percorrenze in sella.
Verso le ciclocittà. In base ai dati raccolti, le città in cui si registrano i maggiori spostamenti in bicicletta - da un terzo a un quinto del totale - sono Piacenza (33%), Bolzano (29%), Pesaro (28%), Ferrara (27%), Prato (23%), Rimini (21%) e Mestre (20%). Percentuali rilevate prima del boom della bicicletta - avvenuto dall’inizio di quest’anno sulle strade italiane anche grazie alla campagna #salvaiciclisti - e dunque già cresciute e destinate a salire ancor di più nei prossimi mesi. Ma per avere città “a misura di bicicletta” bisogna puntare sull’intermodalità.
Modal Split ecologico. La suddivisione modale degli spostamenti (o Modal Split) promuove un mix tra le varie forme di mobilità sostenibile (bici, piedi, trasporto pubblico locale) e le separa nettamente da quelle inquinanti (auto e moto). Per migliorare la vivibilità e la circolazione di tutti, a un’alta percentuale di spostamenti in bici deve essere associata - secondo quanto riportato da Legambiente e Fiab - una percentuale altrettanto sostenuta di mobilità a piedi e con trasporto pubblico locale, cercando di contenere - laddove possibile - le forme di mobilità inquinanti sotto la soglia del 50%, come avviene a Bolzano, Genova e Mestre.
Obiettivo “meno auto”. Città con buone o discrete percentuali di spostamenti in bici - come Ferrara, Piacenza, Rimini, Prato, Parma e Reggio Emilia - sono deboli sul lato pedonalità e trasporto pubblico, mentre la mobilità “insostenibile” (auto + moto) rimane elevata, in una forbice compresa tra il 59 e il 65% del totale. In una città “a mobilità sostenibile”, invece, gli spostamenti brevi e a medio raggio avvengono a piedi o in bici e le amministrazioni locali promuovono le varie forme di mobilità sostenibile associando il trasporto pubblico alle bici, istituendo Zone 30 (con velocità massima di 30 km/h per tutti i veicoli, ndr) e diffondendo capillarmente il bike sharing sul territorio comunale.
“Comuni Bicicloni”. All’inizio dell’estate in Puglia è partita un’iniziativa di Regione, Anci e Legambiente per valorizzare le politiche a favore delle due ruote, trasformandole in marchio di qualità urbana. I 258 comuni pugliesi hanno ricevuto un cicloquestionario (da riconsegnare entro il 14 settembre) per sondare la loro vicinanza alla bicicletta in base a diversi parametri: la presenza di infrastrutture ad hoc; le politiche attive sulla mobilità sostenibile; la percentuale di cittadini che si spostano senza inquinare; infine, la presenza sul territorio di strutture cicloturistiche e di associazioni che promuovono l’uso della bicicletta. In base alle risposte fornite, Legambiente Puglia stilerà le classifiche e in autunno presenterà i risultati della sfida-a-pedali, premiando i “Comuni Bicicloni” con una targa e tante bici.
Italia, guida alle piste ciclabili
vincono Piacenza e Bolzano
di MANUEL MASSIMO
Quanto sono ciclabili le città italiane? Dove ci si può muovere meglio con la bici? Come si può migliorare la ciclabilità dei centri urbani? Le risposte a queste domande sono contenute nell’ultimo dossier Ecosistema Urbano realizzato da Legambiente e Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) per fotografare la realtà italiana considerando diversi indicatori per monitorare gli spostamenti urbani facendo emergere le città più “pedalabili”. Con una sorpresa: l’estensione chilometrica delle piste ciclabili, di per sé, non rappresenta un parametro indicativo e può essere addirittura fuorviante. Parlare solo di lunghezza senza prendere in considerazione altre variabili, in molti casi, è riduttivo.
Strade sicure o recinti? Il dibattito intorno alle piste ciclabili è sempre all’ordine del giorno: c’è chi le considera infrastrutture importanti e sicure (perché separano le bici dal traffico pesante) e chi, invece, le considera recinti dove vengono relegati i ciclisti urbani penalizzando i loro spostamenti all’interno del tessuto cittadino. In molti casi, infatti, le piste, oltre a soffrire di scarsa manutenzione, non sono esclusivamente ciclabili ma “promiscue” (aperte, cioè, anche ai pedoni) e dunque poco adatte a garantire lunghe percorrenze in sella.
Verso le ciclocittà. In base ai dati raccolti, le città in cui si registrano i maggiori spostamenti in bicicletta - da un terzo a un quinto del totale - sono Piacenza (33%), Bolzano (29%), Pesaro (28%), Ferrara (27%), Prato (23%), Rimini (21%) e Mestre (20%). Percentuali rilevate prima del boom della bicicletta - avvenuto dall’inizio di quest’anno sulle strade italiane anche grazie alla campagna #salvaiciclisti - e dunque già cresciute e destinate a salire ancor di più nei prossimi mesi. Ma per avere città “a misura di bicicletta” bisogna puntare sull’intermodalità.
Modal Split ecologico. La suddivisione modale degli spostamenti (o Modal Split) promuove un mix tra le varie forme di mobilità sostenibile (bici, piedi, trasporto pubblico locale) e le separa nettamente da quelle inquinanti (auto e moto). Per migliorare la vivibilità e la circolazione di tutti, a un’alta percentuale di spostamenti in bici deve essere associata - secondo quanto riportato da Legambiente e Fiab - una percentuale altrettanto sostenuta di mobilità a piedi e con trasporto pubblico locale, cercando di contenere - laddove possibile - le forme di mobilità inquinanti sotto la soglia del 50%, come avviene a Bolzano, Genova e Mestre.
Obiettivo “meno auto”. Città con buone o discrete percentuali di spostamenti in bici - come Ferrara, Piacenza, Rimini, Prato, Parma e Reggio Emilia - sono deboli sul lato pedonalità e trasporto pubblico, mentre la mobilità “insostenibile” (auto + moto) rimane elevata, in una forbice compresa tra il 59 e il 65% del totale. In una città “a mobilità sostenibile”, invece, gli spostamenti brevi e a medio raggio avvengono a piedi o in bici e le amministrazioni locali promuovono le varie forme di mobilità sostenibile associando il trasporto pubblico alle bici, istituendo Zone 30 (con velocità massima di 30 km/h per tutti i veicoli, ndr) e diffondendo capillarmente il bike sharing sul territorio comunale.
“Comuni Bicicloni”. All’inizio dell’estate in Puglia è partita un’iniziativa di Regione, Anci e Legambiente per valorizzare le politiche a favore delle due ruote, trasformandole in marchio di qualità urbana. I 258 comuni pugliesi hanno ricevuto un cicloquestionario (da riconsegnare entro il 14 settembre) per sondare la loro vicinanza alla bicicletta in base a diversi parametri: la presenza di infrastrutture ad hoc; le politiche attive sulla mobilità sostenibile; la percentuale di cittadini che si spostano senza inquinare; infine, la presenza sul territorio di strutture cicloturistiche e di associazioni che promuovono l’uso della bicicletta. In base alle risposte fornite, Legambiente Puglia stilerà le classifiche e in autunno presenterà i risultati della sfida-a-pedali, premiando i “Comuni Bicicloni” con una targa e tante bici.
(25 luglio 2012)
domenica 22 luglio 2012
vaso con rotolo carta igienica - riciclo
Abbiamo ricuvuto una piccolissima piantina di ibisco che a causa del gran caldo ha dato subito segni di soferenza. La prima cosa che abbiamo fatto è stata toglierla dal vasetto di plastica e darle una nuova dimora nel cartone di un rotolo di carta igienica con l'aggiunta di terriccio. Il cartone ha permesso di mantenere più a lungo l'umidità nei giorni di calura rispetto al vasetto di plastica che era veramente piccolo.
Oggi abbiamo messo il rotolo con la piantina in un vaso più grande posizionandoli in una zona d'ombra del terrazzo, poichè il sole caldo di questi giorni provocherebbe sicuramente la morta della piantina. Il cartone tratterrà sicuramtente l'umidità e quando la piantina svilupperà le sue radici non ostacolerà la crescita.
Oggi abbiamo messo il rotolo con la piantina in un vaso più grande posizionandoli in una zona d'ombra del terrazzo, poichè il sole caldo di questi giorni provocherebbe sicuramente la morta della piantina. Il cartone tratterrà sicuramtente l'umidità e quando la piantina svilupperà le sue radici non ostacolerà la crescita.
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