siamo sempre molto attenti allo spreco di cibo, ma alcune volte ... riportiamo un articolo di "E-il mensile" che informa con molta chiarezza sulla problematica.
23 febbraio 2012
Ogni anno, il cittadino europeo spreca 179 chili di cibo perfettamente commestibile. Nel mondo, il totale degli alimenti scialacquati ammonta a un terzo, pari a 1,3 miliardi di tonnellate. Di questi, la metà solo in Europa.
A lanciare l’allarme è stato l’eurodeputato Salvatore Caronna (Pd), la cui risoluzione per lottare contro lo spreco di cibo è stata fatta propria dall’Asesmblea plenaria del Parlamento di Strasburgo, che ha posto la questione al centro dell’agenda politica.
Il Rapporto ‘di iniziativa’ dal titolo ‘Evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nella Ue’ propone l’introduzione dell’Anno europeo contro lo spreco alimentare, sulla base di obiettivi importanti, come la riduzione, entro il 2025, del 50 percento degli sprechi alimentari in Europa. Dopo l’approvazione del Parlamento, passerà ora all’organo competente per l’attuazione delle politiche europee, ossia la Commissione.
Con l’approvazione si conclude un anno di lavoro iniziato con una mobilitazione principalmente italiana partita nel 2010 con il progetto di Last Minute Market “Un anno contro lo spreco”, avviato in stretta sinergia con la Commissione Agricoltura presieduta da Paolo De Castro, per lanciare una campagna di sensibilizzazione europea sui temi dello spreco alimentare.
Secondo Last Minute Market, organismo afferente all’Università di Bologna in Italia nel 2010 sono stati ‘bruciatì 11,2 miliardi di euro di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili. Nella Ue poi, verrebbero gettate 90 milioni di tonnellate di cibo l’anno, 179 chili pro capite. I più parsimoniosi sono i tedeschi (un percento del cibo gettato), mentre i più spreconi sarebbero i lettoni (21 percento). Caronna ha indiviudato diverse possibilità di intervento: da una doppia etichetta sui cibi (per scadenza commerciale e scadenza di utilizzo) a nuove regole per favorire, negli appalti pubblici, le aziende che fanno ristorazione limitando lo spreco alimentare. Secondo Paolo De Castro, lo spreco è lo specchio e il frutto dell’inefficienza dei mercati. Il problema è quello di organizzare la filiera alimentare in modo da premiare i comportamenti virtuosi, con stimoli e regole nuove.
Secondo la Commissione europea, la responsabilità del cibo sprecato è da imputare in primo luogo alle famiglie, con il 42 percento delle perdite, di cui il 60 percento evitabile; seguono con il 39 precento i produttori (in particolare con i residui che restano in campo), il 14 precento il settore della ristorazione e, infine, il 5 percento i rivenditori. Una ricchezza alimentare che, secondo gli estensori del rapporto, non deve andare dissipata, perché in Europa 79 milioni di cittadini Ue vivono al di sotto della soglia di povertà, e 16 milioni dipendono dagli aiuti alimentari.
il link: http://www.eilmensile.it/2012/02/23/europa-il-cibo-sprecato/
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