Italia, guida alle piste ciclabili
vincono Piacenza e Bolzano
di MANUEL MASSIMO
Quanto sono ciclabili le città italiane? Dove ci si può muovere meglio con la bici? Come si può migliorare la ciclabilità dei centri urbani? Le risposte a queste domande sono contenute nell’ultimo dossier Ecosistema Urbano realizzato da Legambiente e Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) per fotografare la realtà italiana considerando diversi indicatori per monitorare gli spostamenti urbani facendo emergere le città più “pedalabili”. Con una sorpresa: l’estensione chilometrica delle piste ciclabili, di per sé, non rappresenta un parametro indicativo e può essere addirittura fuorviante. Parlare solo di lunghezza senza prendere in considerazione altre variabili, in molti casi, è riduttivo.
Strade sicure o recinti? Il dibattito intorno alle piste ciclabili è sempre all’ordine del giorno: c’è chi le considera infrastrutture importanti e sicure (perché separano le bici dal traffico pesante) e chi, invece, le considera recinti dove vengono relegati i ciclisti urbani penalizzando i loro spostamenti all’interno del tessuto cittadino. In molti casi, infatti, le piste, oltre a soffrire di scarsa manutenzione, non sono esclusivamente ciclabili ma “promiscue” (aperte, cioè, anche ai pedoni) e dunque poco adatte a garantire lunghe percorrenze in sella.
Verso le ciclocittà. In base ai dati raccolti, le città in cui si registrano i maggiori spostamenti in bicicletta - da un terzo a un quinto del totale - sono Piacenza (33%), Bolzano (29%), Pesaro (28%), Ferrara (27%), Prato (23%), Rimini (21%) e Mestre (20%). Percentuali rilevate prima del boom della bicicletta - avvenuto dall’inizio di quest’anno sulle strade italiane anche grazie alla campagna #salvaiciclisti - e dunque già cresciute e destinate a salire ancor di più nei prossimi mesi. Ma per avere città “a misura di bicicletta” bisogna puntare sull’intermodalità.
Modal Split ecologico. La suddivisione modale degli spostamenti (o Modal Split) promuove un mix tra le varie forme di mobilità sostenibile (bici, piedi, trasporto pubblico locale) e le separa nettamente da quelle inquinanti (auto e moto). Per migliorare la vivibilità e la circolazione di tutti, a un’alta percentuale di spostamenti in bici deve essere associata - secondo quanto riportato da Legambiente e Fiab - una percentuale altrettanto sostenuta di mobilità a piedi e con trasporto pubblico locale, cercando di contenere - laddove possibile - le forme di mobilità inquinanti sotto la soglia del 50%, come avviene a Bolzano, Genova e Mestre.
Obiettivo “meno auto”. Città con buone o discrete percentuali di spostamenti in bici - come Ferrara, Piacenza, Rimini, Prato, Parma e Reggio Emilia - sono deboli sul lato pedonalità e trasporto pubblico, mentre la mobilità “insostenibile” (auto + moto) rimane elevata, in una forbice compresa tra il 59 e il 65% del totale. In una città “a mobilità sostenibile”, invece, gli spostamenti brevi e a medio raggio avvengono a piedi o in bici e le amministrazioni locali promuovono le varie forme di mobilità sostenibile associando il trasporto pubblico alle bici, istituendo Zone 30 (con velocità massima di 30 km/h per tutti i veicoli, ndr) e diffondendo capillarmente il bike sharing sul territorio comunale.
“Comuni Bicicloni”. All’inizio dell’estate in Puglia è partita un’iniziativa di Regione, Anci e Legambiente per valorizzare le politiche a favore delle due ruote, trasformandole in marchio di qualità urbana. I 258 comuni pugliesi hanno ricevuto un cicloquestionario (da riconsegnare entro il 14 settembre) per sondare la loro vicinanza alla bicicletta in base a diversi parametri: la presenza di infrastrutture ad hoc; le politiche attive sulla mobilità sostenibile; la percentuale di cittadini che si spostano senza inquinare; infine, la presenza sul territorio di strutture cicloturistiche e di associazioni che promuovono l’uso della bicicletta. In base alle risposte fornite, Legambiente Puglia stilerà le classifiche e in autunno presenterà i risultati della sfida-a-pedali, premiando i “Comuni Bicicloni” con una targa e tante bici.
(25 luglio 2012)
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