sabato 17 novembre 2012

Salvaiciclisti su Repubblica

Volentieri postiamo l'articolo di Repubblica a memoria della manifestazione. 

 

L'INIZIATIVA

L’onda di #salvaiciclisti arriva al Quirinale
in sella in tutta Italia per fermare la strage

Manifestazioni in 32 città per la sicurezza di pedoni e ciclisti. La richiesta di introdurre il limite dei 30 km/h nei centri abitati. Dopo le proteste a Londra, il sindaco valuta la creazione di "autostrade urbane" per le biciclette

di MANUEL MASSIMO
Sono scesi in piazza e hanno pedalato tutti insieme in 32 città per chiedere di fermare la strage di ciclisti e pedoni sulle strade. La manifestazione spontanea indetta dal movimento #salvaiciclisti - e sostenuta anche dall'associazione ecologista Legambiente e dall'Aifvs (Associazione italiana familiari e vittime della strada) - ha lanciato un messaggio chiaro: "Ora basta morti in strada", raccogliendo l'adesione di migliaia di partecipanti in tutta Italia e dando vita a una "Critical Mass" separata sul territorio ma unita grazie ai social network e soprattutto attraverso Twitter con l'hashtag #bastamortinstrada.

La pedalata collettiva, nata da un tam tam in Rete, è stata promossa dal movimento "#salvaiciclisti", dopo l'ultima morte sulla strada, quella della diciassettenne lodigiana Altea Trini travolta da un Suv mentre era in gita in bici con il suo gruppo scout domenica scorsa. Per battersi per la sicurezza sulle strade si è pedalato ad Alessandria, Arezzo, Bari, Bologna, Brescia, Brindisi, Cagliari, Catania, Cesena, Chiari (Bs), Chieri (To), Cremona, Firenze, Genova, Ivrea, Lecce, Lecco, Livorno, Mantova, Milano, Napoli, Palermo, Pavia, Pescara, Pinerolo, Pisa, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Torino, Trieste e Vicenza.

In
ogni città la manifestazione ha assunto caratteristiche autonome, dando vita a forme di espressione eterogenee: a Pavia i cicloattivisti hanno letto i nomi dei ciclisti investiti e uccisi dall'inizio dell'anno, in piazza Leonardo Da Vinci con una ghost bike circondata da candele sullo sfondo; "biciclettate" di protesta a Brescia e Milano; a Livorno "sdraiata" delle bici adagiate in terra per simulare un incidente stradale; cicloraduno in piazza Maggiore a Bologna, mentre a Torino è stata installata un'altra "bici bianca" in ricordo dei ciclisti uccisi dal traffico motorizzato.

Nella Capitale la manifestazione-a-pedali ha visto la partecipazione di circa un migliaio di cittadini in bici che, partendo dalla ghost bike di Eva Bohdalova ai Fori Imperiali, hanno raggiunto il Quirinale, dove poi una delegazione composta da tre attivisti - tra cui Valeria Pulieri, autrice della lettera aperta al capo dello Stato Giorgio Napolitano contro la strage di ciclisti e pedoni sulle nostre strade - "extra protocollo" è stata ricevuta dal consigliere per gli Affari interni della presidenza della Repubblica, Giulio Cazzella, discutendo per più di un'ora del tema dell'incidentalità stradale. I cicloattivisti hanno anche consegnato il Libro Rosso sulla ciclabilità e la mobilità nuova, scaturito dalla due giorni degli Stati Generali della bicicletta, il 5 e 6 ottobre scorso.

A quanto si apprende, Cazzella avrebbe assicurato il massimo sostegno da parte della presidenza per temi "di così grande importanza che riguardano tutti" e la preparazione di una serie di argomenti per applicare la massima "moral suasion" sulle amministrazioni di ogni livello per arginare la piaga dell'incidentalità stradale. Come la moderazione della velocità del traffico nelle aree residenziali, con l'abbassamento dei limiti a 30 chilometri orari.

Una battaglia promossa da #salvaiciclisti e sostenuta anche da Legambiente, come sottolinea Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane dell'associazione: "Siamo in piazza per chiedere l'introduzione dei 30 chilometri orari in tutti i centri abitati con esclusione delle principali arterie di scorrimento. Questa misura, senza incidere più di tanto sui tempi di percorrenza del traffico veicolare, può immediatamente ridurre gli incidenti mortali sulle strade urbane del 60/70%. Parliamo, quindi, di circa 1.200 decessi in meno ogni anno". 

In Italia a precorrere l'iniziativa ci ha pensato il Comune di Reggio Emilia: da circa un mese, la città di 172 mila abitanti, ha scelto di far diventare "zona 30" l'intera rete stradale del centro abitato, a eccezione della viabilità principale. Un percorso di 484 chilometri su un totale di 569.

Oltremanica, il sindaco di Londra Boris Johnson sta valutando una serie di autostrade per i ciclisti che attraversano la città, sfruttando le corsie preferenziali create per gli addetti ai lavori delle Olimpiadi. Tra le misure sperimentali per garantire maggiore sicurezza, anche dei semafori in miniatura: per i ciclisti il verde scatterebbe prima, in modo da lasciare libero l'incrocio prima dell'arrivo delle auto. La parola, adesso, spetta al ministero dei Trasporti britannico sul quale il sindaco Johnson sta facendo pressioni affinché allenti le regole e permetta a Transport for London, l'ente che si occupa della gestione del traffico a Londra, di introdurre le nuove misure in via sperimentale.
16 novembre 2012) © Riproduzione riservata


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